Si è conclusa ieri l’ultima replica di Eracle l’invisibile, una produzione Teatro dei Borgia portata in scena da Christian Di Domenico. Liberamente ispirata al mito di Euripide, nell’opera del Teatro dei Borgia Ercole si trasforma da invincibile a invisibile.
Ercole rappresenta l’imbattibile per eccellenza: figlio di Giove, dotato di una forza divina, si trova costretto ad affrontare le famose dodici fatiche, imposte da Giunone. Christian Di Domenico è, invece, un Ercole umano, messo alla prova anche lui, dalle mille difficoltà della vita contemporanea. Il nostro Ercole è un professore di italiano e latino, amante della poesia e della buona musica. Ha un lavoro stabile, una moglie che ama e, soprattutto, una figlia – Laura.
La sua piccola vita perfetta si sbriciola davanti ai suoi occhi, un passo alla volta; inizialmente il suo ottimismo lo porta a pensare che ce la farà, in qualche modo supererà anche questa, ma il declino è inarrestabile: prima una falsa accusa di molestie sessuali; poi la richiesta di divorzio; la perdita del lavoro; l’impossibilità a trovarne un altro. Il colpo di grazia gli viene dato dal nostro ordinamento giuridico: Eracle non può più pagare gli alimenti e, pertanto, gli viene negato il diritto a vedere la figlia.
Ogni uomo ama i suoi figli; anche le bestie amano i loro cuccioli; è etica, quindi, una legge che permette o nega ad un padre di stare coi suoi figli, sulla base del suo stipendio? Le domeniche al karaoke con Laura erano ciò che teneva in vita il nostro Ercole moderno. Senza famiglia e senza un soldo, un uomo perbene si ritrova a vivere in macchina, senza la possibilità di lavarsi e facendo affidamento sulle mense per i poveri. Di Domenico ne cita diverse, in tutta Italia, e ci racconta di lunghe code fatte di persone che dignitosamente aspettano il loro turno.
“Diventare poveri è facile: basta cominciare”: e così Eracle è trascinato in un circolo vizioso da cui è impossibile uscire. Senza tetto e senza lavoro, Eracle si costruisce una nuova famiglia, fatta di disgraziati come lui, la “famiglia dei babbi natale”. Ed è proprio nella notte di Natale che avviene l’atteso epilogo: Eracle compie un’azione irreparabile. Non gli è concesso sfuggire alla pena con la morte; la sua ultima fatica, la più dolorosa, sarà quella di continuare a vivere, portando il peso di ciò che ha fatto.
L’intenso dialogo tra Di Domenico e il suo pubblico avviene proprio in una tenda di primo soccorso, dove l’attore prepara i pasti. E mentre racconta la sua vita fatta a pezzi, cuoce il pane – il più alto simbolo dell’immaginario collettivo. Stavolta non è il figlio, ma il padre a spezzare il pane per darlo ai suoi discepoli. Lo mangiamo che è ancora caldo, croccante, pensando ai tanti Eracle che hanno solo questo: un pezzo di pane, non per vivere, ma per “restare in vita”, anche contro la propria volontà.
Eracle l’invisibile fa parte del progetto “Il Trasporto dei Miti”, una trilogia che comprende anche Filottete dimenticato e Medea per strada. I lavori del Teatro dei Borgia accompagnano lo spettatore nei luoghi dell’emarginazione e si caratterizzano per un dialogo serrato tra attore e spettatore. Questo è ciò che il teatro dovrebbe essere: un mezzo per discutere la contemporaneità, parole che ci rivelano l’altro, più simile e più vicino di quanto crediamo.
Eracle l’invisibile
da Euripide
drammaturgia di Fabrizio Sinisi
con Christian Di Domenico
progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia
produzione Teatro dei Borgia
http://www.teatrodeiborgia.it/eracle-linvisibile/
https://www.nonsolocinema.com/medea-per-strada-della-compagnia-dei-borgia.html