È morto veramente qualche giorno fa alla bella età di 91 anni il pittore e scultore Ludovico De Luigi, il cui legame con la città lagunare è ampiamente documentato dalle visioni surreali, talora catastrofiche, che ci ha lasciato di Venezia.
Molto conosciuto anche all’estero oltre che nella città lagunare, nel momento in cui è scomparso viene spontaneo ricordare l’esperienza unica dei due funerali che si fece celebrare da vivo durante due edizioni del Carnevale, quelle del 2014 e del 2015, in entrambi i casi con tanto di corteo per calli e campielli meta la galleria Ravagnan in piazza San Marco.”

Era il regista di entrambi i cortei, che nel suo intento, pur presente com’era nella bara da lui stesso realizzata come un’opera d’arte, dovevano avere al centro non la scomparsa del defunto ma la sua resurrezione– rammenta il regista e attore Mattia Berto, fondatore del Teatro di Cittadinanza che aveva il ruolo del religioso tutte e due le volte – Con lui se ne va non solo il grande artista ma anche il “provocatore” in grado di mobilitare le forze vive della città di Venezia in difesa della sua sopravvivenza”.
Il secondo “funerale” avvenne a pochi mesi dallo scoppio dello scandalo del Mose, che portò al commissariamento del Comune: e gli echi di quanto era da poco accaduto fecero parlare l’artista di “imbalsamazione” della città. Le foto che documentano i due finti funerali sono di Alvise Nicoletti.
