Con interventi di Gabriele Salvatores, Karla Sofia Gascon e tanti altri
A scorrere il programma, le promesse sono di livello alto come mai prima: dal nostro regista Gabriele Salvatores all’attrice Karla Sofia Gascon (Premio per l’interpretazione femminile In Emilia Perez al Festival di Cannes 2024); da Alan Cumming (Tony Award nel 1998 –come miglior attore protagonista per lo spettacolo teatrale Cabaret; da ricordare lasua superba interpretazione in Any Day Now, regia di Travis Fine, del 2012); all’attore e oggi produttore Andrea Occhipinti (fondatore Lucky Red), e poi James Duval; Gaёl Morel; Rita Rusic; Lorenzo Balducci e tanti altri.
Promesse che sembrano mantenute, a giudicare dall’affluenza di pubblico fin dai primi giorni, un pubblico numeroso, vario e internazionale; oltre che da film di interessanti e validi.
Ma c’è di certo anche un’urgenza in più, quest’anno, che spinge il pubblico a unirsi in questa manifestazione: è quella di chi vede in “Lovers” un faro di libertà, di diritti e di democrazia viva.
Gabriele Salvatores (Napoli, classe 1950. Tra i suoi film: Mediterraneo – Oscar nel 1992; Marrakech Express, 1989; Turné, 1990; Io non ho paura, 2003; Quo vadis, baby? , 2005; Come Dio comanda, 2008; Educazione siberiana, 2013; Tutto il mio folle amore; 2019; Napoli – New York; 2024) è intervenuto sul tema dei diritti, con un discorso che è una piccola Lectio Magistralis.
“Se tu hai una passione, la cosa più brutta che ti possa succedere è che ti impediscano di esprimerla. In questo caso la passione per il tuo mestiere, quello di regista, Mi hanno colpito molto questi film (Text As a Way to Exist, di IANINA KUVSHINOVA • RUSSIA, 2025, 19’;I Have to Run, del regista russo OLEG RISTOLÜBSKIY •, esule, realizzato in GERMANIA, 2025, 19’, premio “Riflessi nel buio” al Lovers 2025, n.d.r.). Lo dico da regista: puoi essere un regista sperimentale che non lavora per il pubblico, ma qualsiasi regista, anche quello che cui non interessa che le sale siano piene, vuole che la gente veda quello che lui ha fatto. Addirituttra arrivare a ritirare un proprio film (per via della censura anti-gay n.d.r.) è veramente doloroso, è come un bambino che nasce e che ti muore subito tra le braccia. Questi registi secondo me sono dei partigiani, dei resistenti, degli eroi. Lasciatemelo dire: persone che mettono a rischio la propria vita per la libertà: eroi!
Di fronte al fatto che i rapporti omosessuali sono ancora reato il 68 Paesi del Mondo e in 11 vige la pena di morte, Salvatores: “Impressionante! Io credo che il cambiamento di questi tempi nella comunicazione abbia influito: l’era digitale comporta che fai un click e hai immediatamente una risposta. Al contrario la democrazia prevede la discussione, il confronto, il dubbio, il tempo per pensare e per guardare. È ovvio che in questa situazione fa molto comodo un uomo o una donna sola al potere perché sceglie molto più rapidamente. Stiamo vivendo in un’epoca in cui la confusione tra realtà e finzione diventa sempre più forte. La rete che era nata con tutti i colori dell’arcobaleno, come era la mela simbolo della Apple, ma adesso è diventata bianca. E internet doveva essere una piazza di discussione anche sui temi della sessualità, ma è diventato una specie di supermercato, o uno specchio o qualcosa su cui massacrare gli altri che non la pensano come te o che sono diversi da te. Credo che stiamo vivendo un momento difficile di cambio di epoca, non credevo di doverlo vivere nella mia vita. Ma allora: Incazziamoci un po’ di più!”
Karla Sofia Gascon, eleganza divina, imponenza statuaria e intelligente autoironia, al netto di ogni precedente polemica: “La discriminazione positiva (quella che si verifica con le quote rosa, per esempio, n.d.r.) serve: l’ho capito un po’ tardi, ma è una forma di integrazione necessaria per abbattere i gruppi sociali. Quando non c’è, lo vediamo: per esempio senza le quote non ci sarebbero donne nel governo, saremmo ancora a un governo di soli uomini. E lo stesso per le persone trans: la visibilità è necessaria per l’integrazione, dove non c’è visibilità continueremo a vivere nell’ombra: e lo stesso per il matrimonio tra persone dello stesso sesso: sono situazioni da vivere in maniera naturale!”.
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