Nel presentare il cartellone del Teatro Verdi di Padova, il Teatro Stabile del Veneto coglie l’occasione per tratteggiare contesto e prospettive del proprio progetto culturale, a partire dai dati incoraggianti del precedente triennio; in particolare quelli che parlano di un incremento degli spettatori del 42%, accanto a un aumento degli abbonati prossimo al 15%. Come sempre accade nella programmazione annuale di un teatro a forte vocazione metropolitana come il Verdi, la scommessa è quella di armonizzare punti di forza consolidati e rilancio fisiologico di nuove sfide artistiche. In questo senso, il Teatro Stabile rinnova l’intento programmatico di puntare a un “intreccio sempre più forte tra le diverse arti della scena, teatro, musica e danza”, con proposte “che abbattano gli steccati dei generi per aprirsi a forme ibride capaci di sorprendere ed emozionare lo spettatore”.

Sfogliando il cartellone, a partire dal pieghevole della stagione (scaricabile qui), l’intreccio si rende evidente a partire dall’impronta sperimentale e innovativa assunta da quattro proposte specifiche del cartellone principale, fra cui tre produzioni dello stesso Stabile, che compongono il filone denominato “Dialogo fra le arti”. L’evento di apertura (in anteprima della stagione, fuori abbonamento), realizzato dallo Stabile in collaborazione con l’Orchestra di Padova e del Veneto, vede il filosofo Massimo Cacciari portare sul palcoscenico il suo testo sul mito di Maria di Nazareth, Generare Dio, in un dialogo fra voce narrante e parte orchestrale. Il secondo titolo è Sconcerto, una sorta di “Prova d’orchestra” felliniana al contrario scritta da Franco Marcoaldi su musiche del compositore contemporaneo Giorgio Battistelli e interpretata da un personaggio molto popolare come Elio. La terza produzione multidisciplinare dialoga con la musica ma soprattutto con la danza, con un’inedita versione del classico shakespeariano Tempesta coreografata da Giuseppe Spota su musiche di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro; una sinergia artistica fra lo Stabile, la Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto e CTB Brescia. Il quarto titolo del pacchetto di “contaminazioni virtuose” è una proposta del Teatro Stabile di Bolzano dedicata a uno dei più grandi artisti jazz del secondo Novecento, Chet Baker. Il regista Leo Muscato orchestra un gruppo di attori guidato da Alessandro Averone e di musicisti capitanati da Paolo Fresu dando vita a Chet!, una sorta di omaggio intenso e appassionato a più voci.
Fulcro del cartellone 18-19, i 16 titoli della “Stagione teatrale” comprendono, accanto ai quattro spettacoli di cui abbiamo detto, parecchie novità, con l’approntamento artistico di altri due filoni degni di rilievo. Il primo, dedicato all’ “Ispirazione Classica”, comprende sei progetti rivolti alla rilettura di un repertorio teatrale e letterario in vario modo assimilabile al “classico”, offrendo nuove interpretazioni affidate a sei registi di differenti generazioni. Tre gli spettacoli in programma prodotti dallo Stabile, due dei quali coinvolgono due realtà emergenti della scena teatrale veneta come le compagnie Stivalaccio Teatro e Anagoor, mentre il terzo si affida a un grande della scena europea come Álex Rigola. La compagnia Stivalaccio Teatro riattraversa Il malato immaginario di Molière, con la regia di Marco Zoppello e la freschezza di una batteria di interpreti under 35; la versione di Orestea portata in scena da Anagoor, con la regia di Simone Derai, innesta sui registri del canto e dell’orazione l’opzione multimediale della videoproiezione; Vanja di Čechov esplora con Álex Rigola la vitalità del testo in un “incubatore” scenico per 80 spettatori. Tre gli spettacoli di ospitalità in questo filone: la versione de I Miserabili di Victor Hugo diretta da Franco Però, con Franco Branciaroli a guidare un cast composto da dodici attori di diverse generazioni; si prosegue con la commedia romantica Shakespeare in love, nella versione italiana diretta da Giampiero Solari e interpretata tra gli altri da Lucia Lavia; di grande rilievo, infine, il ritorno a Padova di Luca De Fusco, con la sua indagine metateatrale che qui chiama in causa Eros Pagni nei Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello.
L’ulteriore linea d’indirizzo della Stagione 18/19, dedicata alle “Parole Contemporanee”, porta all’attenzione del pubblico cinque autori di grande interesse, provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Italia, tutti in vario modo sensibili a tematiche di attualità. Si tratta di Terence Rattigan, Warren Adler, Éric-Emmanuel Schmitt, Florian Zeller e Mattia Torre. Il primo è l’autore di The deep blue sea, travolgente storia d’amore e di passione diretta da Luca Zingaretti e interpretata da Luisa Ranieri. La conflittualità delle relazioni affettive, esasperata fino al grottesco, è al centro anche di La guerra dei Roses, romanzo di Warren Adler assunto a fama planetaria grazie all’omonimo film; la versione teatrale vede protagonisti Ambra Angiolini e Matteo Cremon diretti da Filippo Dini. Tornando alla produzione d’oltr’alpe, Michele Placido e Anna Bonaiuto rileggono uno dei lavori più fortunati di Éric -Emmanuel Schmitt, Piccoli crimini coniugali; ed è commovente la prova di Alessandro Haber nel dar corpo al protagonista de Il padre di Florian Zeller, genitore offuscato da demenza senile, affiancato da Lucrezia Lante della Rovere nel ruolo di una figlia lacerata e consapevole. Il cartellone di prosa inoltre presenta in abbonamento un testo tutto al femminile di Mattia Torre, Perfetta, concepito su misura per la personalità e l’ironia di un’attrice di talento come Geppi Cucciari.
Come di consueto, il cartellone del Teatro Verdi per la Stagione 18/19 offre una sua vetrina internazionale di danza, presentando la quarta edizione della rassegna “Evoluzioni”. Edizione speciale che celebra un mito della danza come Pina Bausch, a 10 anni dalla sua scomparsa, affidando l’impresa a grandi interpreti legati al Tanztheater Wuppertal, come nella migliore tradizione del teatro-danza. Accanto a due eventi come Dance stories di Lutz Förster e A fury tale di Cristiana Morganti, si segnala il ritorno di una delle migliori compagnie di danza italiane, il Balletto di Roma con Otello di Fabrizio Monteverde, e il tradizionale appuntamento con il tango offerto quest’anno da Piazzolla tango/En tus ojos di Naturalis Labor. A completare il programma (fuori abbonamento), il Verdi ospita l’eleganza del miglior balletto russo con La rosa d’inverno del Novy Balet di Mosca.
Spazio anche all’intrattenimento di qualità, con la terza edizione di “Divertiamoci a teatro” che quest’anno intende esplorare con garbo e stile tre differenti approcci scenici all’ “arte di far ridere”. Paolo Rossi prosegue il proprio lavoro di rilettura e attualizzazione di Molière ne Il re anarchico e i fuorilegge di Versailles, Enrico Bertolino non perde di vista suggestioni e tic dell’universo comunicativo contemporaneo, con il suo Instant Theatre e Gioele Dix rilegge il mito di Ulisse in Vorrei essere figlio di un uomo felice. Il ritorno del Mago Silvan a Padova rappresenta una vera “riapparizione magica” per uno dei miti assoluti dello spettacolo italiano, protagonista per l’occasione de La grande magia, e costituisce una specie di evento a sé.
Una menzione finale al ciclo di conferenze Lezioni di Storia a cura della Casa Editrice Laterza e intitolato I volti del potere, che ospiterà tra gli altri Emilio Gentile e Domenico Quirico in 6 incontri tra il 4 novembre e il 16 dicembre.
Per ogni informazione dettagliata su date, orari e prezzi, rinviamo al quadro completo offerto dal sito ufficiale del Teatro Verdi, in particolare il compendio sinottico in pdf scaricabile qui.