Ata sova do (Eat Sleep Die) di Gabriela Pichler ha vinto il Premio del Pubblico RaroVideo per il miglior film della 27/a Settimana Internazionale della Critica, nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia. La regista, trentenne con genitori bosniaci e austriaci emigrati in Svezia, affronta la crisi economica attraverso la storia di Raa (la non professionista Nermina Lukac), giovane svedese di origine balcanica e di religione musulmana, impiegata nella catena di impacchettamento insalate nella fabbrica nel piccolo centro dove vive col padre.
Il tempo scorre, fino a quando la fabbrica deve tagliare per sopravvivere, facendolo ‘alla scandinava’ ossia con un sistema di welfare equo ed efficiente, almeno così si pensa. La Pichler invece mostra la gabbia dorata e burocratica dell’Employment Service. Non è certo facile per un ragazza come lei trovare un nuovo lavoro dopo essere stata licenziata: non ha un diploma di scuola superiore e deve mantenere suo padre, cui é molto affezionata. Partecipa a corsi di recupero e supporto psicologico per disoccupati e fa di tutto per reinserirsi nel mondo lavorativo.
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