Scrivere per il cinema: Tullio Pinelli

Cinema Trevi, Roma, dal 10 al 15 febbraio

La Cineteca Nazionale rende omaggio a uno dei più grandi sceneggiatori italiani del dopoguerra, Tullio Pinelli, con una rassegna di alcuni dei più significativi film ai quali ha collaborato nel corso della sua lunghissima carriera. Da Germi a Fellini, passando per Lattuada, Rossellini, Monicelli, De Santis, Cavani (e molti altri), Pinelli incarna alla perfezione l’immagine dello sceneggiatore: sempre pronto a mettersi al servizio degli altri (e soprattutto del film), con generosità e entusiasmo, e a ritrarsi per lasciare ad altri la luce del palcoscenico. Pinelli, in tal senso, è stato l’alter ego del regista, l’immagine riflessa, che traspare sullo schermo solo in controluce, ma nelle cui intuizioni è spesso racchiuso il senso e il buon esito di un film. Due documentari, curati l’uno dal figlio Carlo Alberto, l’altro da Tullio Kezich, consentiranno allo spettatore di conoscere chi sia realmente l’uomo che si cela dietro il nome sui titoli di testa: un signore di altri tempi, raffinato ed elegante, che con inconsueta leggerezza ha attraversato il cinema italiano.
La rassegna presenta anche un breve omaggio a Carlo Alberto Pinelli, celebre documentarista, con la proiezione di alcuni suoi lavori, diretta testimonianza di passioni e sentimenti che si tramandano di padre in figlio.

sabato 10
ore 17.00
Le notti di Cabiria (1957)
Regia: Federico Fellini; soggetto e sceneggiatura: F. Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli; collaborazione ai dialoghi: Pier Paolo Pasolini; interpreti: Giulietta Masina, François Perier, Franca Marzi, Enio Girolami; origine: Italia/Francia; durata: 110’
Un’ingenua prostituta, Cabiria, si illude di aver trovato l’uomo giusto e di rifarsi una vita, ma i suoi sogni si spezzano violentemente. Memorabile la sequenza nella villa di Amedeo Nazzari. «È possibile che Le notti di Cabiria sia il più diseguale dei film di Fellini, ma i momenti forti sono di tale intensità che esso diventa per me il suo film migliore. Fellini ha corso molti rischi scegliendo di muoversi in Le notti di Cabiria in diverse direzioni e rinunciando in partenza all’unità di tono per sperimentare più campi molto difficili. Che forza in quest’uomo, che dominio bonario della scena, che padronanza sicura e quale invenzione divertita!» (Truffaut).

ore 19.00
Il bidone (1955)
Regia: Federico Fellini; soggetto e sceneggiatura: F. Fellini, Tullio Pinelli, Ennio Flaiano; interpreti: Broderick Crawford, Giulietta Masina, Richard Basehart, Franco Fabrizi; origine: Italia; durata: 112’
Un anziano bidonista, stanco della sua vita di espedienti e piccole truffe, decide di mollare tutto, ma i suoi complici la pensano diversamente. «Non v’è l’arcana poesia de La strada data dal paesaggio indifferente e maestoso, dal passaggio lento delle stagioni estranee alla pena e alla solitudine dell’uomo. In compenso Il bidone è più complesso, ha un’orchestrazione più elaborata. Il tema felliniano dei conti da rendere a qualcuno che ci trascende è meno univoco, più clamoroso, quasi gravido di presenze impalpabili ma certe perché meno metafisiche, più legate a ciò che risulta semplicemente umano» (Bianchi).

ore 21.00
La dolce vita (1960)
Regia: Federico Fellini; soggetto e sceneggiatura: F. Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi; interpreti: Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux; origine: Italia/Francia; durata: 173’
Film emblema del cinema italiano, incursione felliniana nel mito in decomposizione della Roma by night, immortalata dai paparazzi e dagli sguardi del protagonista. «Il film – uno dei film più terribili, più alti e a modo suo più tragici che ci sia accaduto di vedere su uno schermo – è la sagra di tutte le falsità, le mistificazioni, le corruzioni della nostra epoca, e il ritratto funebre di una società in apparenza ancora giovane e sana che, come nei dipinti medioevali, balla con la Morte e non la vede, è la “commedia umana” di una crisi che, come nei disegni di Goya o nei racconti di Kafka, sta mutando gli uomini in “mostri” senza che gli uomini facciano in tempo ad accorgersene» (Rondi).

domenica 11
ore 18.00
Il teatro del mondo. Incontro con Tullio Pinelli (1998)
Regia: Franco Giraldi; a cura di Tullio Kezich; origine: Italia; produzione: Csc; durata: 57’
Tullio Pinelli conversa con Tullio Kezich in luoghi a lui particolarmente cari, Pitigliano e Cinecittà, rievocando le tappe salienti della sua vita, dalla giovinezza a Torino all’arrivo a Roma, dalla passione per il teatro all’approdo al cinema, dall’amicizia con Pavese all’incontro con Fellini. Per approdare poi a riflessioni sulla religione e sul senso della vita che nobilitano l’incontro tra due dei più grandi personaggi del cinema italiano.

ore 19.00
Senza pietà (1948)
Regia: Alberto Lattuada; soggetto: Tullio Pinelli, Federico Fellini da un’idea di Ettore M. Margadonna; sceneggiatura: F. Fellini, A. Lattuada, T. Pinelli; interpreti: Carla Del Poggio, John Kitzmiller, Giulietta Masina, Folco Lulli; origine: Italia; durata: 90’
A Livorno, finita la guerra, una ragazza, cerca disperatamente il fratello, aiutato da un soldato americano, ma finisce in un giro di droga e prostituzione. Girato nella pineta di Tombolo, «è il secondo viaggio infernale compiuto da Lattuada (dopo Il bandito) nell’Italia disintegrata dell’immediato dopoguerra. […] Il regista ritrae un universo livido e senza vie d’uscita, dove la messinscena crudelmente realistica assume via via connotazioni simboliche» (Mereghetti).

ore 21.00
Amore e ginnastica (1973)
Regia: Luigi Filippo d’Amico; soggetto: Suso Cecchi d’Amico, Tullio Pinelli, Luigi Filippo d’Amico da un racconto di Edmondo De Amicis; sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Tullio Pinelli, Luigi Filippo d’Amico; interpreti: Senta Berger, Lino Capolicchio, Adriana Asti, Antonino Faà Di Bruno; origine: Italia; durata: 112’
Torino 1892. L’ex seminarista Simone si innamora di un insegnante di ginnastica che vive nel suo palazzo, la quale si dedica anima e corpo all’educazione fisica, senza pensare alla vita privata e al matrimonio, resistendo alle insistenti attenzioni non solo di Simone, ma anche di un altro inquilino. Attenta ricostruzione della Torino di fine ottocento, dipinta con simpatia da Luigi Filippo d’Amico che si avvalse della consulenza del torinese Pinelli.
Il film viene presentato nella versione restaurata dalla Cineteca Nazionale e dal Cus Torino in occasione delle manifestazioni culturali collegate all’Universiadi Invernali di Torino 2007.

lunedì 12
chiuso

martedì 13
ore 17.00
In nome della legge (1949)
Regia: Pietro Germi; soggetto: Giuseppe Mangione dal romanzo Piccola pretura di Giuseppe Guido Lo Schiavo; sceneggiatura: Mario Monicelli, Federico Fellini, Tullio Pinelli, G. Mangione, P. Germi; interpreti: Massimo Girotti, Charles Vanel, Camillo Mastrocinque, Saro Urzì; origine: Italia; durata: 99’
Un giovane pretore, inviato in un paese della Sicilia, combatte la mafia, ma si scontra con l’omertà della popolazione. La morte di un ragazzo con il quale ha stretto amicizia lo spinge ad andare avanti. «Il film unisce uno schema narrativo “all’americana”, di dichiarata ispirazione fordiana, al tentativo di porre le basi ideologiche e linguistiche di un cinema populista e civile» (Mereghetti). In un colpo solo Germi anticipa il cinema di impegno civile e il western all’italiana.

ore 19.00
Il cammino della speranza (1950)
Regia: Pietro Germi; soggetto: Federico Fellini, P. Germi, Tullio Pinelli dal romanzo Cuori negli abissi di Nino De Maria; interpreti: Raf Vallone, Elena Varzi, Saro Urzì, Franco Navarra; origine: Italia; durata: 101’
Un gruppo di minatori siciliani parte per la Francia in cerca di lavoro. Pagano un mediatore per passare il confine, ma l’uomo li denuncia. Opera corale, concepita da Germi coma una ballata popolare, con intenti nobilissimi e echi melodrammatici. Orso d’argento al festival di Berlino.

ore 21.00
Alfredo Alfredo (1972)
Regia: Pietro Germi; soggetto e sceneggiatura: Piero De Bernardi, Leo Benvenuti, Tullio Pinelli, P. Germi; interpreti: Dustin Hoffman, Stefania Sandrelli, Carla Gravina, Saro Urzì; origine: Italia/Francia; durata: 110’
Il timido impiegato Alfredo s’innamora di una ragazza possessiva. Riesce a sposarla, ma ben presto ne diviene succube. Conosce un’altra ragazza, più comprensiva, ma la libertà resta una chimera… «Pietro Germi torna a dubitare del genere umano, come nei suoi periodi migliori, ma con un pessimismo da riformista deluso e temporaneamente corrucciato che, per incattivire più di tanto, deve far appello alla misoginia, dato che per lui, in fondo, questo è pur sempre il migliore dei mondi possibile» (Cosulich).

mercoledì 14
ore 16.00
Amore mio aiutami (1969)
Regia: Alberto Sordi; soggetto¬: Rodolfo Sonego; sceneggiatura: R. Sonego, Tullio Pinelli, A. Sordi; interpreti: A. Sordi, Monica Vitti, Silvano Tranquilli, Ugo Gregoretti; origine: Italia; durata: 124’
Un direttore di banca, felicemente sposato da anni, si atteggia a uomo moderno e anticonformista, ma quando la moglie gli rivela di amare un altro, dà i numeri, svelando la sua vera maschera. Sordi mette alla berlina i tabù della società e del costume italici, duettando splendidamente con la Vitti, in uno dei suoi film più costruiti, assolutamente privo di “macchiettismi”.

ore 18.00
incontro con Tullio Pinelli e Carlo Alberto Pinelli

ore 19.00
89 e mezzo – Un incontro con Tullio Pinelli (1998)
Regia: Carlo Alberto Pinelli; soggetto e sceneggiatura: C. A. Pinelli; fotografia: Alessandro Ojetti; montaggio: Alberto Ena; produzione: Tecno 77 per RAI International; durata: 68’
Carlo Alberto Pinelli mette in luce il percorso artistico del padre Tullio, dalla prima giovinezza al sodalizio con Cesare Pavese e al successo come autore teatrale e cinematografico.
ingresso gratuito

ore 20.30
Speriamo che sia femmina (1986)
Regia: Mario Monicelli; soggetto: Tullio Pinelli; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Tullio De Bernardi, Suso Cecchi d’Amico, T. Pinelli, M. Monicelli; interpreti: Liv Ullmann, Catherine Deneuve, Philippe Noiret, Bernard Blier; origine: Italia/Francia; durata: 119’
Le vicissitudini di una famiglia “al femminile” che gestisce un’azienda agricola. «Grande film borghese che arricchisce il povero panorama del cinema italiano degli anni ’80 per il sapiente impasto di toni drammatici, umoristici e grotteschi, la splendida galleria di ritratti femminili, la continua oscillazione tra leggerezza e gravità, il modo con cui – senza forzature ideologiche – sviluppa il discorso sull’assenza, la debolezza, l’egoismo dei maschi» (Morandini).

giovedì 15
ore 17.00
Le miserie del signor Travet (1946)
Regia: Mario Soldati; soggetto: dalla commedia Le miserie di monsù Travet di Vittorio Bersezio; sceneggiatura: Aldo De Benedetti, Carlo Musso, Tullio Pinelli; interpreti: Carlo Campanini, Vera Carmi, Alberto Sordi, Gianni Agus; origine: Italia; durata: 100’
A Torino Ignazio Travet, solerte funzionario dell’amministrazione regia, subisce al lavoro l’ostilità del capo, che gli nega ogni possibilità di carriera, e a casa le vessazioni della moglie. Ritratto umoristico di Soldati che stempera il realismo originario della commedia di Bersezio del 1863. Nastro d’argento come miglior attore non protagonista a Gino Cervi e per la miglior scenografia a Piero Filippone.

ore 19.00
Dermosfera – L’universo della pelle (1989)
Regia: Carlo Alberto Pinelli; soggetto e sceneggiatura: C. A. Pinelli; fotografia: Vittorio Dragonetti; montaggio: Armando Portone; produzione: H2O film per la Fidia farmaceutici; durata: 75’
Riuscito tentativo di rendere un argomento rigorosamente scientifico spettacolare e coinvolgente come un viaggio avventuroso su un pianeta sconosciuto. Due anni di lavoro per un documentario che ha vinto numerosi premi internazionali ed è stato presentato in anteprima negli studi dell’MGM di New York.
ingresso gratuito

ore 20.30
Ritorno all’Hindu Kush (2000)
Regia: Carlo Alberto Pinelli; a cura di C. A. Pinelli e Enrico Pergolini; testi di C. A. Pinelli; fotografia: E. Pergolini; montaggio: Alberto Ena; produzione: Tecno 77 per Rai Tre (Geo & Geo); durata: 52’
Dopo quarant’anni di assenza Carlo Alberto Pinelli ritorna nella valle montana del Chitral che aveva visitato in gioventù, come partecipante di una spedizione alpinistica guidata dal famoso orientalista Fosco Maraini. Particolarmente commoventi gli incontri con i valligiani che, allora, avevano collaborato con la spedizione. Drammatico il finale, nell’Afghanistan del 2000, dilaniato dalla guerra tra i Talebani e l’alleanza del Nord.
ingresso gratuito

ore 21.30
La strada (1954)
Regia: Federico Fellini; soggetto: F. Fellini, Tullio Pinelli; sceneggiatura: F. Fellini, T. Pinelli, Ennio Flaiano; interpreti: Giulietta Masina, Anthony Quinn, Richard Basehart, Aldo Silvani; origine: Italia; durata: 107’
L’ingenua Gelsomina gira per l’Italia insieme al rozzo Zampanò, che si esibisce nei paesini con giochi di forza. Gelsomina stringe amicizia con un funambolo, il Matto, ma Zampanò lo uccide. «Parabola cristiana sul peccato, apologo sulla condizione umana in generale e della donna in particolare, è anche una picaresca escursione attraverso i paesaggi dell’Appennino Centrale» (Morandini). Oscar per il miglior film straniero nel 1956.

Centro Sperimentale di Cinematografia Via Tuscolana 1520 – 00173 Roma Cineteca Nazionale-Cinema Trevi 06/72294389