“Goldstone – Dove i mondi si scontrano” di Ivan Sen

Il detective Jay Swan (Aaron Pedersen) arriva nella città mineraria di Goldstone, Australia,  alla ricerca di una persona scomparsa. L’impatto non è dei migliori: viene fermato perché ubriaco dal giovane poliziotto locale Josh (Alex Russel). Da questo momento, quella che sembra una semplice investigazione di routine scoperchierà ben presto un vaso di Pandora di crimine e corruzione.

Mentre il detective Swan cerca di ambientarsi nella apparentemente sonnacchiosa città, il giovane poliziotto locale Josh si trova ad un bivio: imboccare la via della corruzione e di una vita facile o fare il proprio dovere in modo onesto e corretto? Lavorando insieme, Jay e Josh scopriranno poco a poco che la ricchezza mineraria di Goldstone fa gola a molti: alla sindaca, una inquietante Jacki Weaver, tutta torte fatte in casa e sorriso assassino, in combutta con il suo amante, nonché direttore della locale miniera (David Wenham). Fa gola anche al capo del consiglio per gli affari indigeni Tommy, che sta depredando dei diritti di sfruttamento della miniera le popolazioni indigene. È chiaro che in un meccanismo che fino a qui era perfettamente oliato da denaro e connivenze, Jay Swan diventa l’elemento destabilizzante, da eliminare e possibilmente far scomparire.

Quarto film del regista indigeno australiano Ivan Sen, Goldstone – Dove i mondi si scontrano è un film complesso, a metà tra l’outback noir e il neo western, come ha sottolineato lo stesso regista, che ha scritto, prodotto, filmato, diretto e firmato la colonna sonora. Il precedente e pluripremiato da lui diretto Mystery Road , in cui per la prima volta compare il personaggio del detective Swan  ha avuto un tale successo da diventare una serie televisiva nel 2018.

I due mondi che si scontrano del titolo sono quelli che convivono nel ruvido Jay Swan: un indigeno che rappresenta la legge dei bianchi in luoghi così remoti in cui esistono  complesse reti di leggi, abitudini e vita legate alla storia indigena. Swan è sospeso tra due mondi: i bianchi non si fidano di lui in quanto indigeno e gli indigeni non si fidano di lui perché rappresentante della legge “dei bianchi”. Ma qui a Goldstone Jay trova la forza e l’energia per affrontare un proprio personale viaggio alla scoperta delle proprie radici.

Ma si scontrano anche “due mondi culturali – indigeni e non-indigeni – che collidono come due placche tettoniche” è ancora il regista Ivan Sen a spiegare.

L’isolamento di Goldstone – container come case, una roulotte trasformata in bordello, baracche di lamiera  e tutto intorno la terra rossa del deserto australiano – e il deserto inospitale seppure affascinante e bellissimo, diventano elementi chiave della narrazione di Goldstone, protagonisti tanto quanto gli attori. È in quel  middle of nowhere, nel mezzo del nulla dell’outback australiano che – lontano da occhi indiscreti – si nascondono razzismo, traffico di esseri umani, intrighi politici, corruzione della polizia, tradimento dei diritti dei popoli indigeni, il tutto favorito dalle corporation, le più interessate al saccheggio del territorio.

Goldstone si può apprezzare come un thriller, un viaggio in un’Australia molto lontana dall’Australian Dream e, infine, come un percorso di ricerca interiore.

La sua forza sta nel continuo intersecarsi e stratificarsi di questi elementi.
Davvero molto bello, meglio se visto in versione originale.

Titolo Originale: Goldstone
Nazione: Australia
Anno: 2016
DUrata 110 minuti
Regia: Ivan Sen
Interpreti: Aaron Pedersen, Alex Russell, Jacki Weaver, David Wenham, David Gulpilil, Kate Beahan
Data di uscita: 8 agosto 2019 (cinema) 

Titolo originale: