Ma prima di tutto chi è Guido Catalano? L’appassionata biografia sul suo sito internet declama che è nato 1971 e a 17 anni ha deciso di diventare una rock star. Quando si è accorto che non avrebbe sfondato, ha puntato tutto sul poeta professionista vivente “che c’erano più posti liberi”.
Collabora con Smemoranda e ha un blog sul Fatto Quotidiano, una rubrica settimanale nella trasmissione radiofonica “Caterpillar” su Radio 2.
Ha all’attivo sei – vendutissimi – libri di poesie. I suoi tour registrano il sold out.
Non è diventato una rock star, ma di sicuro un sex symbol osannato dalle fan per le sue poesie composte da una comicità struggente.

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Al Torino Film Festival, Guido Catalano con la regia di Alessandro Maria Buonomo è il protagonista di un documentario su se stesso, sceneggiato da Paolo Cenzato e Marco Ferrarini.
Sono Guido e non Guido è l’esatto punto di congiunzione tra un live tour e un mockumentary. Ovvero tutta la verità senza censure su Guido Catalano.

Il punto di partenza ovviamente è lui, il Poeta, anzi no: il più grande poeta professionista vivente. Ma questo lo sanno più o meno tutti. Quello che quasi nessuno sa è che Guido Catalano ha un gemello: Armando, nonché vero autore delle poesie che hanno reso famoso il fenomeno Guido Catalano. Armando è affetto dalla sindrome di Kräftor, nota comunemente come reversofonia, che lo fa parlare al contrario, rendendolo incomprensibile. Invece di dire “Io sono Armando Catalano”, Armando dice “oI onos odnamrA onalataC”. Anche se è stato inventato, testato e ora è in commercio, un indispensabile programma – Invertendo – per tradurre quello che Armando dice, i fratelli hanno comunque escogitato un sistema infallibile: Armando scrive, Guido declama.
Ed entrambi fanno talmente bene il proprio mestiere da essere diventati il più grande poeta professionista vivente. Come sono riusciti i due gemelli a tenere segreta la verità fino a questo momento? Qualcuno sa come stanno veramente le cose? Com’è la loro vita fuori dal palcoscenico? Ma soprattutto: si sono mai scambiati di ruolo per concupire una donna?

Originale, esilarante e fantasioso, costruito attraverso interviste, spezzoni dei suoi show poetici e momenti privati. C’è cabaret, c’è l’arte poetica, c’è struggimento e divertimento. In poche parole c’è talento. Perché il nonsense non è da tutti. Riuscire a far ridere di cuore e di pancia è un mestiere difficile. Ci si nasce con la capacità da menestrello, che sa intrattenere nascondendo la profondità della vita dietro il linguaggio di tutti i giorni.

Che cazzo ci fanno i gabbiani a milano?
Che cazzo ci fanno i bambini, i poeti?
Che cazzo ci fanno i poeti a milano?
Perché non so niente?
Cos’hai da guardare, cos’ho sono strano?
Che cazzo ci fanno i gabbiani a milano?
Che cazzo ci fanno i soldati bardati da guerra?
Che cazzo ci fai tu lontana da me, perché non sei qui a farti baciare guardando i gabbiani impazziti nel cielo
morente di questa città senza mare ma che ci sto a fare
da solo a milano?
Perché non so niente?
Che cazzo ci faccio da solo a milano guardando i gabbiani
lontano da te, chissà con chi stai, chissà chi ti bacia, che fai
dove sei, se li vedi anche tu i soldati marciare
i gabbiani volare in sto cielo malato
e ti chiedi che cazzo ci fanno i soldati a milano
perché non sei qui?
Sorridente
a tenermi la mano
e a spiegarmi che cazzo ci fanno
i gabbiani
a milano