È un mito immortale e seducente, unico e irripetibile: è Marlon Brando: tutta la città è tappezzata con i manifesti del Torino Film Festival 2024 con il suo viso. Di tre quarti, occhi indagatori, mezzo sorriso ammaliante, capelli grigi, leggermente ondulati, un inizio di stempiatura, in abito elegante mentre si sistema il nodo della cravatta: è una immagine del 1972, scattata durante le riprese di “Ultimo tango a Parigi”.
“Spirito libero, originale, indipendente, graffiante”: così l’attore Giulio Base, per il primo anno direttore artistico del TFF, ha decritto lo stile di questa rassegna; aggettivi calzanti anche per definire Marlon Brando, che di questo festival è l’icona, poiché ricorre il centenario della sua nascita. A Marlon Brando, nato nel 1924, l’edizione 2024 del Torino Film Festival dedica un’ampia e appassionante retrospettiva – da non perdere – dei film che questo divo eterno ha interpretato e diretto.
Sotto l’immagine del divo Brando sfilano a Torino divi di oggi, in un caleidoscopico turbinio di nomi che nella abitualmente sobria capitale subalpina non si erano ancora mai visti, non almeno così tanti insieme. Non si era ancora nemmeno smaltita l’ubriacatura delle ATP Finals di tennis, con il trionfo dell’ammiratissimo Jannik Sinner, che già si son visti arrivare personaggi del calibro di Sharon Stone, Alec Baldwin, Julia Ormond, Ron Howard, Emmanuelle Béart, Matthew Broderick, Rosario Dawson… tanto che il nostro Giancarlo Giannini presente e anche lui decorato con la Stella della Mole, ha sbottato: “Ma siete diventati matti qui a Torino? È peggio che essere a Hollywood!”. Un po’ sopra le righe, forse, ma rende bene l’idea del cambiamento che si vede e si respira in città.
In vista ci son centoventi film, ripartiti in sei sezioni tra le quali le tre dedicate ai concorsi (lungometraggi documentari e corti) due fuori concorso con anteprime e retrospettive degli ospiti del festival, e una dedicata, come detto, al divo Marlon Brando.
Ma alla fine a vincere sarà prima di tutto il cinema e già lo si vede: le sale di proiezione sono sempre affollate, se non addirittura esaurite, e le code, oh sì le code davanti ai cinema, sembrano persino una bella notizia.