Quattro giorni, un’amicizia profonda, un cane e una malattia. Dopo l’esordio al Toronto Film Festival e una cinquina di Premi ai Goya, arriva nelle sale italiane Truman, pluripremiato film del regista spagnolo Cesc Gay. Che parla soprattutto, ma non solo, di amicizia e grazie alla interpretazione straordinaria di Ricardo Darín e Javier Cámara, fa sorridere e commuovere.
Julián (Ricardo Darín), attore teatrale ancora attivo sul palcoscenico a Madrid, riceve la visita inaspettata (organizzata con la complicità della cugina di Julián, Paula) dell’amico Tomás (Javier Cámara) che vive in Canada. Insieme al suo cane Truman, i due amici di vecchia data trascorrono quattro intensi giorni di emozioni e chiacchiere, mentre la malattia di Julián si rivela in tutti i suoi molteplici aspetti.
Ci sono molti modi di raccontare una malattia incurabile e il regista Cesc Gay imbocca la via della commedia agrodolce. Lo stesso regista ha definito il suo film un “tentativo”. Il tentativo di non soccombere al panico di fronte alla malattia di una persona cara.
Ma Cesc Gay racconta anche di più. È luogo comune che il genere maschile fatichi ad esprimere i propri sentimenti, e da questo parte Truman: da un’amicizia in stile un po’ “macho” che si cementa attraverso piccoli gesti e attenzioni nei quattro giorni che i due amici trascorrono girando per la città, tra librerie e caffè, fino a far emergere sentimenti ed emozioni: rabbia, compassione, dolore, paura. E tutto questo con il tocco lieve di una delicata ironia che sfiora i gesti e le parole e stempera l’inevitabile malinconia.
Quattro giorni che valgono una vita. Che sono come la vita, dove si alternano i momenti belli e quelli brutti, quelli allegri e gioiosi e quelli tristi e dolorosi.
Julián non vuole lasciare nulla in sospeso. Così porta con sé Tomás per renderlo testimone e partecipe della sua decisione: dal medico per rinunciare alle cure, dolorose e inutili; dall’impresa di pompe funebri – con un gustoso campionario di proposte tragicomiche e kitsch – poi in una brevissima gita ad Amsterdam, dove vive e studia il figlio di Julián, per una riconciliazione tra padre e figlio che è tra i momenti più intensi del film. Dal veterinario, per garantire che Truman sarà accudito nel modo migliore e a ispezionare le case degli aspiranti futuri padroni adottivi del cane Truman.
Già, perché alla fine è importante capire chi si prenderà cura di Truman quando tutto sarà finito e Julián deve trovare piuttosto in fretta qualcuno disposto ad adottare il suo fedele amico, anzi, quasi un secondo “figlio”.
Per Tomás significa scoprire poco a poco che Julian non è mai stato solo – e certamente non è più adesso – l’eroe romantico e sciupafemmine del passato, ma un uomo spaventato di fronte alla morte, che affronta con solo apparente sicurezza. Quella sicurezza ostentata davanti a chi non lo saluta perché “non sanno cosa dirmi”. La sicurezza che cede il passo all’amore e all’amicizia e lo porterà a fare una scelta forse prevedibile, ma forse l’unica possibile per affrontare il proprio destino e non lasciare nulla in sospeso nel modo migliore per chi resta.
Ricardo Darín e Javier Cámara sono una formidabile coppia sullo schermo. Se l’attore argentino è il protagonista assoluto, Cámara gli fa da spalla in maniera impeccabile, interpretando in modo magistrale i sentimenti di chi affronta la malattia di una persona cara, cercando di superare le proprie paure.
Un film delicato e intenso, che lascia il segno anche quando si riaccendono le luci in sala.
Truman
Nazione: Spagna, Argentina
Anno 2015
Genere: Commedia
Durata 108’
Regia: Cesc Gay
Cast: Ricardo Darín, Javier Cámara, Dolores Fonzi
Produzione: IMPOSIBLE FILMS, TRUMANFILM AIE (España), BD CINE (Argentina).
Uscita (cinema): 21 aprile 2016