“FAVOLA “di Filippo Timi

Teatroterapia

Il 6 e il 7 dicembre al Teatro delle Celebrazioni di Bologna è andato in scena “Favola” lo spettacolo di cui Filippo Timi è autore ed attore protagonista. La storia, molto semplice, ha come esclusiva ambientazione un salotto dell’America degli anni Cinquanta, dove impazza, padrona incontrastata, Mrs Fairytale, alias Filippo Timi, avvenente donna, (poco) felicemente maritata, in attesa del suo primo figlio. Da qui la Favola ha inizio e sviluppo e presto si dipana, tra atmosfere noir e digressioni oniriche, con un ordito tanto semplice quanto imprevedibile che permette alla storia di generare continuamente nuovi e sempre più profondi significati.

Nonostante ciò, la trama è un elemento di secondo piano nell’economia dello spettacolo, o meglio, acquista spessore solo se considerata in relazione alle evoluzioni che permette di compiere a Mrs Fairytale, unico e indiscusso motore dello spettacolo. Una maschera, attraverso la quale Filippo Timi ha modo di esprimere la propria intimità più recondita e inaccessibile.
Quindi, si potrebbe definire lo spettacolo un’opera autobiografica ma sarebbe riduttivo e impreciso, è piuttosto un tentativo di autorappresentazione che vuole sfruttare ognuno dei molteplici linguaggi che l’arte del teatro è in grado di fornire; Favola è un viaggio introspettivo che prende le forme di un sogno costruito ad arte per rappresentare i moti più segreti del proprio essere.

Ciò che è inconsueto rispetto a qualsiasi spettacolo teatrale è la forza dirompente con la quale la personalità dell’istrionico attore trova il modo di manifestarsi; il personaggio che Timi si è cucito su misura, già di per sé non poco sopra le righe, non è sufficiente a contenere l’energia esplosiva che l’attore riversa in un’ interpretazione che non può lasciare indifferenti. Il registro comico prevale (talvolta trasformandosi repentinamente in grottesco), ma è la varietà di modi attraverso cui viene suscitato il riso che ancora una volta colpisce; notevole è la capacità di sfruttare il linguaggio corporeo (anche se pensare a un uomo della stazza di Filippo Timi librarsi in aria calzando un paio di scarpe tacco 12 può già di per sè bastare), ma anche gli effetti ottenuti attraverso la modulazione vocale e la varietà di toni che l’attore è in grado di raggiungere sono strumenti che arricchiscono la performance.

E così mai come in questo caso è giusto parlare di effetto terapeutico del teatro; Timi in ogni sua intervista racconta la magia che avviene ogni qualvolta sale sul palco e la timidezza che lo ostacola nella vita reale scompare, o meglio esplode per lasciare spazio ad una vitale esuberanza che caratterizza ogni sua interpretazione, comica o drammatica che sia. Un’esuberanza in questo caso, animata da una geniale follia che non può che scuotere dal torpore anche lo spettatore più disilluso.

durata 2ore e 30 minuti
di e con Filippo Timi
e con Lucia Mascino
e Luca Pignagnoli

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