“Scemo di guerra” di Ascanio Celestini

Mi presento, ecco mio padre

Celestini torna a Mira, dopo qualche anno dal debutto, con il monologo sulla liberazione di Roma il 4 giugno 1944

Scemo di guerra riguarda tutti coloro che hanno vissuto in prima persona l’ultima guerra, e tutti i sopravvissuti alla guerra avrebbero potuto raccontare una storia simile, ma solo Ascanio Celestini, ha avuto la forza e il coraggio di narrare la storia che suo padre aveva raccontato chissà quante volte in famiglia. Forza e coraggio a confrontarsi con ciò che qualcuno di caro ci ha lasciato, vuol dire ogni volta affrontare la perdita, mettere nudo i propri sentimenti, mostrarsi come si è.

È questo uno tra i tanti lati belli di Ascanio Celestini, che per un’ora e quaranta ha raccontato la vita di suo padre il giorno dell’arrivo degli americani a Roma, e da quello tutta una serie di vicende che intrecciando immagini crude, dolorose, con altre fantastiche e metaforiche, hanno rivelato la Storia dell’esperienza umana.

Ha raccontato di come si possa morire per una cipolla, della società del maiale, del barbiere con le mani belle, dei rastrellamenti nazisti, delle deportazioni in Polonia, della madonna delle mosche e della merda, ma anche del cinema Iris, della discesa del Quadraro, della trattoria della sora Ilma, della vita e della morte; ha raccontato insomma della guerra.

A tratti struggente, ironico nostalgico, ma anche fiero e consapevole Celestini lascia esterrefatti gli spettatori per la capacità di mantenere viva e salda l’attenzione, tanto che in sala, per l’intera durata dello spettacolo, gli spettatori non hanno sentito volare nemmeno una mosca.

Durata dello spettacolo 1 ora e 40 min.
www.teatrovilladeileoni.itwww.ascaniocelestini.it