Conclusa giovedì 13 ottobre la dodicesima edizione del Festival Internazionale Cinema delle Donne di Torino. Oltre dodicimila spettatori nei sette giorni di programmazione.
Il cinema delle donne conferma la propria crescente popolarità. Ne è la prova il pubblico, che nei sette giorni di programmazione dei film realizzati da oltre 50 registe di tutto il mondo e presentati al 12° Festival Internazionale del Cinema delle Donne, ha mostrato capacità critica ma anche grande partecipazione e passione, smentendo per una volta la fama di Torino città “freddina” e un troppo riservata.
Ecco i premi:
Concorso Nazionale Cortometraggi
Primo premio : Mabel’sSaga di JoDee Samuelson, Canada, 2004, 15 min., un ironico sguardo sulla menopausa femminile condito da un pizzico di ottimismo.
Secondo premio: San Chaek di Ji-Young Che, Corea, 2005, 15 min.: il difficile rapporto tra una figlia e la madre ammalata e la scoperta di ciò che conta nella vita.
Terzo premio: En sånn Mann, di Gine Therese Gronner, Norvegia, 2005, 15 min,: violenza tra le mura domestiche in una famiglia apparentemente “normale”.
Il pubblico ha invece premiato L’age de la raison, di Miriam Aziza, Francia, 2004, 13 min, dedicato alla piccola Deborah, alla ricerca delle propria autonomia in contrasto con i dogmi della religione.
Concorso Nazionale Documentari:
Primo premio: Mitt Elskede Barn, di Britt Jorunn Hundsnes, Norvegia 2004: ancora il tema della violenza e dell’abuso sui bambini per documentare gli ultimi giorni di libertà di una donna condannata per l’omicidio del padre.
Secondo premio: What I want my words to do to you di Judith Katz, Madeline Gavin, USA, 2003: un corso di scrittura creativa tenuto dalla scrittrice Eva Ensler (I monologhi della vagina) in un carcere femminile di sicurezza di Buffalo diventa uno spettacolo con Glenn Close, Marisa Tomei, Rosie Perez e altre famose attrici. Un documentario duro, che non scivola mai nel sentimentalismo.
Terzo Premio ex aequo a Switch on the night di Alejandra Canales, Australia, 2005, sui campi di detenzione di giovani immigrati in Australia e a Vendetta song di Eylem Kaftan, Canada, 2005, apparentemente un docu-thriller che analizza le usanze tribali che hanno per vittime le donne colpevoli di illecite relazioni sentimentali o vittime di stupri.
Premio del pubblico e una menzione speciale a L’italiana della Patagonia, di Idanna Pucci, Italia, 2004, storia della tenace e caparbia Dona Eugenia Pirzio Biroli, torinese di nascita, che nel 1957 fondò Puerto Cisnes, nell’impervia Patagonia cilena. Personaggio famosissimo in Cile e pressoché sconosciuto in Italia, è stato scoperto e narrato dalla regista italiana in un documentario che ha visto una lunga e travagliata realizzazione.
Concorso Nazionale Lungometraggi:
Primo premio: L’enfant endormi di Yasmine Kassari, Belgio/Marocco, 2004: emigrazione e ataviche tradizioni possono convivere nel mondo di oggi? Yasmine Kassari offre uno sguardo diverso e partecipe sulla vita delle donne nel Marocco dei villaggi sperduti da cui gli uomini partono in cerca di fortuna.
Secondo premio: Babusya di Lydia Bobrova, Russia/Francia, 2003: attraverso gli ogcchi dell’anziana “nonna” Babusya (interpretata da Nina Shubina, premio al festival per la migliore interpretazione femminile) Lydia Bobrova fotografa le contraddizioni sospese tra passato e presente della Russia, in cui l’amore per i propri cari sembra essere l’unico valore stabile.
Terzo premio ex aequo a: Amu di Shonali Bose, India, 2004, in cui la storia di una indomita ragazza indiana alla scoperta delle proprie radici è il pretesto per raccontare un tragico massacro di indiani di etnia Sikh avvenuto nel 1984 e a O diabo a quatro di Alice de Andrade, Brasile, 2004.
Al pubblico è piaciuto molto il francese Tout pour plaire, di Cécile Telerman, Francia, 2005, storia dell’amicizia tra tre giovani donne alle prese con l’amore, la carriera, la famiglia…
Una targa speciale è stata assegnata all’egiziana Nawal El Saadawi, per il suo impegno dedicato alla conquista dei diritti delle donne.