41. Festival Internazionale del Teatro

Domenica 16 ottobre: gli appuntamenti

Domenica 16 ottobre

– Teatro la Fenice, Ateneo Veneto, Conservatorio B. Marcello, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, ore 11.00, 12.00, 13.00 e ore 18.00, 19.00

Sette peccati – Percorso in sette spettacoli brevi di Ricardo Bartís, Calixto Bieito, Romeo Castellucci, Jan Fabre, Rodrigo García, Jan Lauwers, Thomas Ostermeier

– Ca’ Giustinian – Laboratorio delle Arti e spazi urbani di Venezia dalle ore 11.00
Rimini Protokoll /Stefan Kaegi (Germania)
Video Walking Venice presentazione pubblica

– Fondazione G. Cini ore 20.00 e 21.15
Compagnia Virgilio Sieni (Italia)
Osso di Virgilio Sieni

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La maratona del 41. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia si conclude dal punto in cui aveva preso le mosse, dall’idea del direttore Àlex Rigola di chiamare sette artisti che rappresentano le esperienze più forti e poeticamente estreme della scena internazionale e di chiedergli di lavorare a una visione personale e contemporanea dei sette peccati capitali. A Venezia sono arrivati Ricardo Bartís, Calixto Bieito, Romeo Castellucci, Jan Fabre, Rodrigo García, Jan Lauwers, Thomas Ostermeier, personalità dalla cifra artistica inconfondibile, molto diverse fra loro, ma che hanno tutte ripensato in termini radicali il modo di fare teatro, trovando un linguaggio nuovo e originale. Raramente capita di veder affiancati registi di questo calibro attorno ad un unico progetto, nello sforzo comune di formulare ed elaborare nuove ipotesi di interpretazione della contemporaneità.
Un nucleo di workshop, che ha preso forma nel Laboratorio Internazionale delle Arti Sceniche, si era svolto a Venezia dall’ottobre 2010 al marzo 2011, sotto la guida di questi sette Maestri, costituendo il primo tempo del progetto. Gli stessi registi hanno affrontato un’altra fase laboratoriale durante la settimana del 41. Festival Internazionale del Teatro. Il risultato finale è un percorso proposto ciclicamente nell’arco della giornata di sette micro-spettacoli che, in una sorta di drammaturgia dello spazio, si snodano in altrettanti luoghi della città: dal Teatro La Fenice (Sale Apollinee e Sala Rossi) all’Ateneo Veneto (Aula Magna e Sala lettura) fino al Conservatorio Benedetto Marcello (Sala concerti e Sala prove) e all’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti (Sala del portego). I brani di spettacolo che sortiscono da questa ricerca andranno a comporre una tavolozza di tensioni espressive, un caleidoscopio di visioni e di immagini, di sguardi e di suggestioni sul nostro presente.
Sulla scelta del tema, oltre la metafora che rimanda alla tradizione cristiana dei sette peccati capitali, Ricardo Bartís ha indicato nella burocrazia la “malattia terminale” del nostro tempo, Romeo Castellucci il guardare, Jan Fabre la violenza, Jan Lauwers l’indifferenza, Thomas Ostermeier la pedofilia, per cui si ispirerà al romanzo di Thomas Mann, Morte a Venezia, Rodrigo García l’incapacità di riconoscere la propria natura di animali solitari, Calixto Bieito l’invidia.

L’ultima serata del 41. Festival del Teatro si conclude con la doppia replica – alle 20.00 e alle 21.15 alla Fondazione G. Cini – di uno degli spettacoli più belli di Virgilio Sieni, Osso.
“Padre e figlio conducono un viaggio attraversando azioni semplici, non domestiche, quasi cerimonie respirate dell’esattezza – spiega Sieni nelle note di programma. Con sforzo, l’attenzione è spostata verso l’incorporazione e la copia dell’altro. In questo essere nello stesso movimento, lo sguardo si rivolge dentro, corre dentro, lasciando che il gesto e l’azione si impossessino del contesto: si potrebbe dire che lo sguardo fisico fa rinascere il gesto…”.
Autore di una delle più significative ricerche nel campo della danza, di cui è uno dei protagonisti a partire dagli anni ’80, il danzatore e coreografo Virgilio Sieni, torna alla Biennale di Venezia dopo la presentazione, lo scorso anno, di Tristi tropici. Questa volta, Sieni è stato invitato alla Biennale Teatro insieme a Josef Nadj per condurre ciascuno un workshop con allievi attori. Come Nadj, infatti, anche Sieni lavora sull’attraversamento delle diverse discipline artistiche, forte di studi nella danza classica e contemporanea come nelle arti visive e nell’architettura – e i suoi esordi con la compagnia Parco Butterfly ne sono un fulgido esempio.

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