GIUSEPPE W WARSZAWIE (Giuseppe a Varsavia)

Tra Roma e Varsavia: due capitali nel cinema - La scheda del film

Polonia, 1964, col, 99’

Il treno militare con cui va in ferie il soldato italiano Giuseppe Cantucci
attraversa il territorio polacco. Il treno viene attaccato dai partigiani.
Santucci si dà alla fuga. Decide di ritrovare i suoi compagni
d’armi nella vicina Varsavia. Quando è ancora sul treno gli viene rubata
la pistola. Avendo sospetti nei confronti di una ragazza appena
conosciuta egli decide di inseguirla e così capita nella sua casa. È deciso
a fermarsi lì fino a quando non ritroverà la pistola rubata. Questa
sua decisione darà vita a molte divertenti peripezie. Maria appartiene
alla resistenza e vive con il fratello Staszek. Questi non chiede
alla vita altro che un po’ di santa pace e non sopporta la presenza
dell’intruso. Non riesce a dormire perché è preoccupato per Maria.
Volendo creare dei problemi ai tedeschi la ragazza getta nei negozi e
nei locali dei gusci d’uovo ripieni di una sostanza puzzolente. Uno di
questi gusci provoca tutta una serie di eventi per cui Staszek viene
scambiato per un italiano e successivamente finisce arrestato. Cantucci
invece fa amicizia con uno dei capi partigiani dell’Esercito Nazionale.
Per fare colpo su Maria ruba le pistole a degli ufficiali tedeschi,
e in tal modo diventa istruttore in una scuola partigiana di cadetti.

Alla fine Giuseppe e Staszek cominciano a requisire le armi ai
soldati tedeschi per poi depositarle negli arsenali clandestini. Dopo
poco però comincia a scottar loro il terreno sotto i piedi. Fuggono nel
bosco e si uniscono ai partigiani.
Giuseppe a Varsavia è uno dei pochi film polacchi che parlano dell’occupazione
in tono scherzoso. Inoltre si tratta di una delle migliori
commedie del dopoguerra in assoluto.
“In Giuseppe a Varsavia Lenartowicz è pienamente riuscito a fare
quello che aveva già tentato con Pillole per Aurelia: creare un nuovo
protagonista della resistenza durante l’occupazione, un tipo modesto,
tranquillo. È proprio così quel buffo pittore (Zbigniew Cybulski):
apparentemente grottesco, poco serio, ma a guardarlo bene appare
come personaggio del tutto reale e convincente. Un tale protagonista
in un film di guerra polacco, a parte Dzidzius Gorkiewicz di Eroica,
non c’era ancora stato” – dice Janusz Skwara del settimanale
“Film”.

Regia: Stanislaw Lenartowicz;
Sceneggiatura: Jacek Wejroch;
Fotografia: Antoni Nurzynski;
Musica: Wojciech Kilar;
Scenografia:
Jan Grandys;
Costumi: Janina Kozminska;
Interpreti:
Alina Borkowski, Krystyna Borowicz, Antonio Cifariello, Zbigniew
Cybulski, Elzbieta Czyzewska, Aleksander Fogiel, Zdzislaw
Maklakiewicz;
Produzione: Gruppo Cinematografico Kadr.