La lavagna del Dr. House – V parte

Sherlock House

Conan Doyle ha modellato figura e metodi della sua fortunata creatura letteraria sulla persona del medico-chirurgo Joseph Bell, suo insegnante universitario dei tempi in cui studiava medicina.
Il dottor Bell era solito stupire l’auditorio con le sue fulminee diagnosi delle malattie, ma anche del mestiere e del carattere dei suoi pazienti. Conan Doyle ebbe modo di studiarne da vicino le esibizioni, in qualità di scrivano personale di Bell: memorie preziose per forgiare quintessenza e tecnica di Sherlock Holmes: il cosiddetto “lavoro analitico” del detective, basato sull’interpolazione di deduzione, inferenza ed osservazione.
Rileva Massimo Baldini in un agile studio dedicato alle parentele metodologiche tra scienziato e medico, storico e detective: “il detective ed il clinico fanno, dunque, ricerca applicata. Essi non sono chiamati ad inventare leggi, ma ad applicare teorie scoperte da altri”.

Tecnica del Potere: il clinico si comporta infatti da “storico quando stabilisce la diagnosi […] ed è un tecnologo quando prescrive una terapia”. Prese assieme l’attività diagnostica e quelle investigativa consistono nello svolgimento di un esercizio, riconoscimento della situazione che ha portato all’atto criminoso o allo stato morboso. Lo stesso modello di ragionamento accomuna Giovanni Morelli, Sherlock Holmes, Sigmund Freud ed infine questo personaggio della fiction televisiva: si tratta del paradigma indiziario. L’unica differenza veramente sostanziale tra clinico/detective/storico è la velocità d’esecuzione (“potenza di calcolo”) indotta dalle circostanze: medico e detective devono lottare contro il tempo, per la vita del paziente o la cattura del colpevole.

Secondo la candida ammissione del creatore della serie (David Shore) il dottor House e la sua “spalla comica”, il dottor James Wilson, sono modellati sulla coppia Sherlock Holmes e dottor Watson, lievemente aggiornamenta dai dialoghi brillanti (vedi alla voce: La strana coppia di Neil Simon). È infine evidente che la serie fa leva sulla rimasticatura sensazionalistica di una vera e propria vulgata dell’ethos medico (eutanasia, trapianto di organi, “consenso informato”, ecc…), con relativo corredo di pause “commuoventi”.
Il che ribadisce una certa idea diffusa, ed assai poco democratica, per cui all’esperto al Potere tutto è permesso e reso possibile finchè lotta “con competenza” e “coraggio” per il nostro bene, il che ci riporta alla questione enorme della biopolitica ed al fatto che potrebbe sembrare paradossale, ad uno sguardo superficiale, che un Paese privo di uno Stato Sociale sanitario provi tanto interesse a consumare serie televisive basate sulla popolarizzazione della professione medica o paramedica.

Ma il successo della serie si basa anche sulla riuscita del carattere, con la faccia da tartaruga sveglia di Hugh Laurie. Non mancano altri ingredienti di gradevolezza: la pupattola (la dott.ssa Allison Cameron) aggiunge l’elemento soap flirtando con il medico biondino (il dottor Robert Chase). Completa il serraglio il parveneu sociale: il dottor Foreman, giusto per non alienarsi gli ascolti del pubblico di colore. Resterebbe molto da dire sui messaggi conservatori ed addirittura retrogradi che abbondano nella serie, ove ogni forma alternativa di comportamento sessuale, alimentare e di cura estetica viene pesantemente penalizzata, o sulla stessa libertà apparente di House, anticonformista e dispensatore di soluzioni etiche di grande audacia quanto conservatore sulla necessità di mantenere in uso le gerarchie ed i dogmi della professione.
In fondo la lavagna non è solo un attributo dello scienziato tardo-umanista, ma anche l’emblema del maestrino pedante.

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Riferimenti Bibliografici:
Il mito della lavagna è stato analizzato da Roland Barthes nel memorabile saggio intitolato “Il cervello di Einstein” contenuto in Miti d’oggi, Torino, Einaudi, 1994.
Il paragrafo sulle tecniche medicali è ispirato allo splendido studio di Chiara Tartarini, Anatomie fantastiche. Indagine sui rapporti fra il cinema, le arti visive e l’iconografia medica, Bologna, Clueb, 2003. Per un approfondimento di tali argomenti si consiglia anche la lettura di Andrea Carlino, La fabbrica del corpo: Libri e dissezione nel Rinascimento, Torino, Einaudi, 1994.
La citazione di Gunn è tratta da: Storia illustrata della fantascienza, Milano, Armenia, 1975.
Per il parallelo House/Sherlock Holmes e sul paradigma indiziario e metodo abduttivo si vedano: Umberto Eco e Thomas A. Sebeok (a cura di), Il Segno dei Tre: Holmes, Dupin, Peirce, Milano, Bompiani, 2000;
Massimo Baldini, Karl Popper e Sherlock Holmes: l’epistemologo, il detective, il medico, lo storico e lo scienziato, Roma, Arnando, 1998. Per un approfondimento verso la filologia si veda: Sebastiano Timpanaro, La genesi del metodo del Lachmann, Torino, Utet, 2003.
Questo testo è apparso in una versione differente e corredata di note sulla rivista “Cinergie. Il Cinema e le altre arti”, n. 14, settembre 2007.