Sofia (Denise Tantucci) è una giovane donna, sciupafemmine irrequieta, in cerca del suo posto (e lavoro) nel mondo; ha lasciato la Calabria anni prima, dopo la morte del padre, per trasferirsi a Milano, lasciando che dell’azienda vinicola famigliare se ne occupasse il fratello più piccolo, Mauro (Cristiano Caccamo).
Un giorno Sofia riceve la telefonata di Michela (Greta Ferro), sua amica, sua ex, che le annuncia che sta per sposarsi, con Mauro.
Tra i due fratelli nel corso del tempo si è accesa una rivalità, un po’ dovuta all’inquietudine dell’una e un po’ dovuta al senso di inadeguatezza dell’altro.
In Sofia scatta una gelosia incomprensibile, e decide di partire per il paesello natio per “riprendersi” Michela, insomma: per sabotare le nozze.
Una volta tornata a casa dovrà fare i conti con la madre (Lunetta Savino), con due futuri sposi felici, con una zia allegra e spensierata (Teresa Mannino), con vite che sono andate avanti senza di lei, e soprattutto con il passato: con i ricordi dell’amatissimo padre, con l’azienda di famiglia che ha lasciato dietro di sé. L’equilibrio (inconsapevolmente) incerto in cui tutti vivono viene fatto crollare da Sofia.

La nuova commedia di Luca Lucini – disponibile sulla piattaforma Amazon Prime Video dal 21 aprile – racconta, disinvolta e dinamica, e ben interpretata, la storia di trentenni che vagano alla ricerca di un sogno, che forse hanno paura di realizzare, che forse non sanno quale possa essere perché stanno ancora cercando di edificare qualche certezza.

“Parlo di amore, di famiglia, di lavoro, di sesso, di valori, di sogni: nella nostra storia c’è tutto questo – spiega Luca Lucini -. Ho voluto raccontare lo stato d’animo di una generazione che per certi versi non ha precedenti, cresciuta con una costante connessione con tutto e con tutti, con mille possibilità e mille risorse e che forse proprio per questo si trova più facilmente a sbagliare scelte, ad avere dubbi, a non capire chi è e, soprattutto, chi vuole diventare. La speranza è quella di essere riusciti a rendere il film anche visivamente molto impattante, una commedia elegante, ambienti curati che raccontano con l’enfasi del cinema la realtà: la differenza fra la partenza milanese e l’ambientazione di una grande metropoli con una piccola realtà locale calabrese è già di per sé un interessante contrasto, fotografico, scenografico, paesaggistico. Lo è per i costumi, per i volti; lo è per il lessico e per l’atteggiamento. Il nostro spettatore è portato per mano in questo viaggio verso una nuova consapevolezza di Sofia, di Michela, di Mauro.”