La storia inizia in Sicilia. Metà degli anni ’80. Cinque sorelle siciliane, di età compresa tra i 6 e i 18 anni, vivono insieme in un appartamento. Si mantengono – dei genitori nessuna traccia – con un allevamento di colombe bianche.
La regista Emma Dante le introduce mentre si apprestano a trascorre una giornata al mare.
Spettinate e urlanti si dirigono verso quello che sarà l’ultimo giorno di una qualche forma di spensieratezza.
Questo è il primo capitolo, che termina in una sospensione che preannuncia un dramma.
Il secondo capitolo inizia con le sorelle in età matura. Una si è sposata e ha avuto un figlio. Le altre sono rimaste ad abitare nella casa d’infanzia. Una è uscita di testa, una mantiene il suo carattere predominante, una ha represso i suoi sentimenti. Nessuna di loro riesce ad andare avanti né arrivare ad una resa nella loro guerra contro sé stesse (mentre le colombe bianche svolazzano dentro casa).
Terzo capitolo. Sono rimaste in vita solo tre sorelle oramai anziane. La casa decadente, abusata dal tempo, è messa in vendita.
Emma Dante dirige un film tratto da una sua pièce teatrale del 2014.
In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2020, Le Sorelle Macaluso è una storia costantemente sopra le righe del melodramma, sacrificato agli stereotipi.
È un film faticoso sui legami di famiglia e sulla violenza psicologica che generano; è un film inquieto che non si scalda mai e che lascia lo spettatore in attesa di un colpo all’emotività che non arriva e lo abbandona ad una lamentazione funebre.