VENEZIA- No quiero dormir sola è l’unico film messicano in gara nella Settimana Internazionale alla Mostra del Cinema. Il film narra la relazione tra una nonna e sua nipote che scoprono di avere più affinità che differenze. Natalia Berisatin eredita i geni di una famiglia che nell’arte ha vissuto per generazioni e dirige e co-produce un lungometraggio con chiare impronte autobiografiche.
Un inizio stupendo questo tuo film a Venezia, cosa provi?
Sono molto entusiasta. Credo che sia stato accolto anche meglio di quanto ci aspettassimo. C’era tanta gente in sala e l’applauso è stato caldo. Sono molto contenta.
Com’è nato questo progetto?
È stato un mix, in un momento in cui pensavo ad un mediometraggio. Il personaggio principale doveva essere un’attrice anziana con problemi di memoria, e io stavo attraversano un momento simile. Mia nonna Dolores, anche lei attrice, aveva dei problemi di salute e per varie ragioni io ero la persona che le è stata più vicina. Così è nato questo mix di realtà e fiction.
Senza dubbio c’è una forte presenza femminile nella storia…
Sì, entrambe le protagoniste sono importanti, non potrei dare un peso maggiore a una o all’altra. Si rispecchiano tra loro, perché la bellezza della giovane contrasta con le rughe della vecchia. la trama offre vari spunti.
Quest’anno la Mostra è stata caratterizzata da tante donne cineaste. Credi che possano offrire una nuova visione del cinema?
La donna è stata sempre presente, forse non in ruoli di primo piano, ma è stata una voce costante e una presenza continua nella storia. Solo ora però cominciano a emergere nomi nella regia, nella fotografia e nella produzione.
Cosa ti ha spinto a realizzare un film autobiografico?
Mentre ero alla scuola di cinema, all’improvviso ho capito che era più facile parlare di ciò che avevo vicino, è stato un primo esercizio. Per me era più semplice raccontare quello che conosco, quello che ho dentro.
Come ha reagito tuo padre, l’attore Arturo Beristàin, quando le hai parlato di No quiero dormir sola ?
-Era molto sorpreso, soprattutto quando gli ho chiesto di recitare nel film. Era una sceneggiatura che gli piaceva molto e ci siamo capiti subito. Quando ha visto il lavoro concluso, è stato felice come lo sarebbe qualsiasi padre!
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