“PARSIFAL” DI RICHARD WAGNER

Alla Fenice una rilettura ascetica del regista tedesco Denis Krief: un simbolico Parsifal tra redenzione e misticismo

Il Parsifal, rappresentato per la prima volta a Bayreut nel 1882, è l’ultima opera che Richard Wagner compose. Questo lavoro si pone al termine di una lunga ricerca, a cui Wagner dedicò tutta la vita, volta a realizzare un’opera d’arte assoluta in cui musica, danza, teatro e parola confluissero in un’unica rappresentazione.

Secondo Wagner, arte e rito dovevano tornare a convivere come al tempo degli antichi greci per ottenere un teatro che fosse realmente catartico.
In Parsifal l’elemento rituale e quello catartico sono fortemente legati al tema che l’opera sviluppa: il mistero del Sacro Gral e la purificazione che dona a chi lo venera. Solo il giovane Parsifal, il puro folle, riesce, infatti, a purificarsi dei propri errori, e, resistendo alle tentazioni, a redimere l’intera umanità.
È chiaro che un’opera così simbolica pone non pochi problemi nell’allestimento, perché o si ricostruisce filologicamente l’ambiente medievale, o se ne dà una lettura molto più libera.
Questa seconda scelta è stata operata da Denis Krief che ha portato il capolavoro wagneriamo sul palcoscenico del teatro la Fenice.

La scena è spoglia ed uguale nel primo e nel terzo atto: due travi di legno sospese a mezz’aria che si incrociano a formare una croce. Pochi gli oggetti scenici: una lamiera metallica trovata tra i rottami a Marghera, come fonte, tre pietre bianche sulla destra. Nel secondo atto, il giardino di Klingsor viene reso con una lamiera ondulata e connotato grazie ai ballerini che, completamente nudi, risultano molto più espliciti di qualsiasi altra scenografia descrittiva. Krief opta per una scenografia evocativa e simbolica giocata sul paragone tra la religione cristiana (la fonte battesimale, la croce, il numero tre) e mondo pagano (la nudità), tra apollineo (i cavalieri del Gral) e dionisiaco (il giardino di Klingsor).
Anche i costumi sono molto essenziali: lunghe e caste tuniche per i cavalieri, sgargianti abiti per il coro della fanciulle fiore nel castello della lussuria.

Cast all’altezza di un’opera non certo facile: ricordiamo tra gli altri l’impressionante Kundry di Doris Soffel, agghiacciante nel suo declamato-urlato, i due bassi Amfortas di Wolfagang Shöne, sofferto e tormentato, e il grandioso Gurnemanz di Matthias Hölle. Corretto Richard Decker, che ha sostituito Ian Storey, nel ruolo di Parsifal.
Il direttore Gabor Ötvös, subentrato dopo l’improvvisa scomparsa di Marcello Viotti, sa essere suo degno erede in quest’opera immensa che riesce a condurre brillantemente fino alla conclusione.
Pubblico entusiasta.

PARSIFAL
dramma sacro in tre atti
libretto e musica di Richard Wagner
personaggi e interpreti: Amfortas Wolfgang Schöne, Titurel Ulrich Dünnebach, Gurnemanz Matthias Hölle, Parsifal Richard Decker, Klingsor Mikolaj Zalasinski, Kundry Doris Soffel
maestro concertatore e direttore Gabor Ötvös
regia, scene, costumi e luci di Denis Krief
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore del Coro Emanuela Di Pietro
in lingua originale con sopratitoli in italiano
nuovo allestimento
www.teatrolafenice.it